Il New York Times intervista il Pastore Timothy Keller.
Si può essere cristiani e dubitare della nascita verginale o della resurrezione? Cosa significa essere cristiano nel XXI secolo? Si può essere cristiani e dubitare della nascita verginale o della resurrezione? Ho posto queste domande al Rev. Timothy Keller, un pastore cristiano e autore di successo; uno tra i principali pensatori evangelici contemporanei.
Kristbof – Tim, io ammiro profondamente Gesù e i suoi insegnamenti, ma sono anche scettico rispetto a temi che sono stati parte integrante del cristianesimo; la nascita verginale, la risurrezione, i miracoli, e così via. Siccome questo è il periodo di Natale, iniziamo con la nascita verginale. Si tratta di un dogma fondamentale o è facoltativo crederci?
Keller – Se una cosa è veramente integrale al corpo di un insegnamento, non puoi eliminarla senza destabilizzare il tutto. Una religione non può essere ciò che tu desideri che sia. Se io faccio parte del consiglio di Greenpeace e me ne esco dicendo che il cambiamento climatico è un imbroglio, sicuramente mi chiederanno di dimettermi. Li potrei definire mentalmente limitati, ma essi mi risponderebbero che devono esserci dei limiti al dissenso, altrimenti non potrebbe esistere nessuna organizzazione coesa e integrata. Lo stesso vale per ogni fede religiosa.
Kristbof – Ma i primi racconti della vita di Cristo, come il Vangelo di Marco e la lettera di Paolo ai Galati, nemmeno menzionano una nascita verginale. E il riferimento di Luca è scritto in un tipo di greco diverso, e probabilmente è stato aggiunto in seguito. Non c’è dunque spazio per lo scetticismo?
Keller – Se fosse semplicemente di una leggenda trascurabile, verrebbe compromessa l’intera trama del messaggio cristiano. Luc Ferry, parlando del racconto della nascita di Gesù nel mondo del Vangelo di Giovanni, dice che questo insegna che la potenza che sta dietro l’universo, non è semplicemente un principio cosmico impersonale, ma una persona reale che può essere conosciuta ed amata. Questo scandalizzò i filosofi greci e romani, ma fu una rivoluzione nel pensiero della storia dell’umanità. Questo ha portato ad esaltare l’importanza della persona come individuo e dell’amore come della virtù suprema, perché Gesù non era solamente un grande essere umano, ma il pre-esistente Dio creatore, miracolosamente venuto al mondo come un essere umano.
Kristbof – E la resurrezione? Deve davvero essere presa alla lettera?
Keller – L’insegnamento non era il punto principale della sua missione di Gesù. Egli è venuto a salvare le persone dal peccato mediante la sua morte e la sua resurrezione. Allora i suoi importanti insegnamenti etici, hanno senso solo se non vengono disgiunti da queste dottrine storiche. Se la resurrezione è una realtà genuina, questo spiega perché Gesù ha potuto dire che poveri e i mansueti “erediteranno al terra” (Matteo 5:5). Paolo afferma che senza una reale resurrezione, il cristianesimo è vano (1 Corinzi 15:19).
Kristbof – Facciamo un passo indietro. Come tu saprai meglio di me, le stesse Scritture indicano che la resurrezione non fu così chiara. Maria Maddalena inizialmente non riconobbe il Gesù risorto, nemmeno alcuni discepoli, e i vangeli sono vaghi sulla presenza letterale di Gesù, specialmente Marco, il primo Vangelo ad essere scritto. Dunque se questi passi stanno a significare che Gesù è letteralmente risorto dalla morte, perché allora sono così vaghi.
Keller – Io non definirei i racconti della resurrezione di Gesù del Nuovo Testamento come vaghi. Sono invece molto concreti nei loro dettagli. E’ vero, Maria non ha riconosciuto Gesù in un primo momento, ma lo ha fatto in seguito. Nemmeno i due discepoli sulla Via di Emmaus, (Luca 24) riconoscono subito Gesù. La loro esperienza è simile a quella di chi incontra qualcuno che ha visto l’ultima volta quando aveva vent’anni. Secondo molti storici questo è un segno dell’autenticità della testimonianza. Se uno avesse voluto costruire una storia sulla resurrezione, si può immaginare che avrebbe camuffato Gesù abbastanza da non essere riconosciuto immediatamente, ma non tanto da non essere riconosciuto dopo pochi istanti? Per quel che riguarda il Vangelo di Marco, si, si conclude in modo brusco, senza arrivare alla resurrezione, ma molti studiosi credono che l’ultima parte del libro, o del rotolo, sia andato perduto.
Gli scettici dovrebbero considerare un altro aspetto sorprendente di questo racconto. Maria Maddalena è citata come il primo testimone del Cristo risorto, e anche le altre donne sono indicate come le prime testimoni negli altri vangeli. Quello era un tempo in cui la testimonianza delle donne non era ammessa come prova nei tribunali, a causa del loro basso status sociale. I pagani di allora bollarono la resurrezione come la parola di “femmine isteriche” . Se gli scrittori dei vangeli avessero inventato questi racconti, non avrebbero mai inserito in essi delle donne. Quindi, non se li sono inventati.
La chiesa cristiana è praticamente inesplicabile se non crediamo in una resurrezione fisica. N.T.Wright ha osservato in “The Resurrection of the Son of God” (La resurrezione del figlio di Dio) che è difficile trovare una spiegazione storica alternativa plausibile alla nascita del movimento cristiano. E’ difficile spiegare come mai migliaia di ebrei da un giorno all’altro iniziano ad adorare un essere umano come divinità quando ogni cosa della loro religione e cultura li porterebbe a ritenere non solo che ciò sia impossibile, ma profondante eretico. La migliore spiegazione per questo cambiamento è che diverse centinaia di loro abbiano effettivamente visto Gesù con i propri occhi.
Kristbof – Alla luce di questo allora, dove si collocano persone come me? Sono un cristiano? Un seguace di Cristo? Un cristiano laico? Posso essere cristiano pur dubitando della resurrezione ?
Keller – Non mi sentirei di trarre delle conclusioni su una persona senza avere parlato a lungo con essa o con esso. Ma in generale, se uno non accetta la resurrezione, o gli altri dogmi fondamentali, come quelli indicati nel credo apostolico, direi che è fuori.
Kristbof – Tim, alcuni dicono che la risposta sia la fede. Ma, come giornalista, io trovo lo scetticismo utile. Se mi capita di sentire qualche cosa che suona come superstizioso, io voglio dei testimoni e delle prove. Questo è l’atteggiamento che abbiamo nei confronto dell’islamismo, dell’induismo e del taoismo; perché allora dovremmo sospendere lo scetticismo nei confronti della nostra tradizione religiosa?
Keller – Concordo con te. Dovremmo pretendere prove e buone motivazioni, e non dovremmo tacciare altre religioni come superstiziose se poi siamo disposti a mettere in discussione la nostra più familiare tradizione ebraica o cristiana.
Ma non mi sento neanche di mettere in contrapposizione la fede con lo scetticismo come se fossero degli opposti. Non lo sono. Credo che tutti noi basiamo la nostra vita in in una certa misura sulla fede e in parte sulla ragione. Ad esempio, la mia fede per certi versi è basata sul ragionamento che l’esistenza di Dio, sia la cosa più sensata per spiegare ciò che vediamo nella natura, nella storia e nell’esperienza. Thomas Nagel ha scritto recentemente che un approccio totalmente materialistico sulla natura, non è in grado di spiegare la coscienza umana, la cognizione e i valori morali. Questo è parte del ragionamento che sta alla base della mia fede. Quindi la mia fede si basa sulla logica e sul ragionamento.
E in definita, comunque, nessuno è in grado di dimostrare, le cose principali su cui gli esseri umani basano la propria esistenza, tanto che si tratti della fede in Dio o dei diritti umani e dell’eguaglianza. Nietzsche ha osservato che i valori umanistici di molti laici, come ad esempio l’importanza dell’individuo, i diritti umani e la responsabilità nei confronti dei poveri, non hanno posto in un universo interamente materialistico. Anche lui rimproverava alle persone che credevano nei valori umanistici di esseri “cristiani nascosti” perché è necessario un balzo di fede per sostenere quei valori. Tutti viviamo per fede.
Kristbof – Ammesso e non concesso che le mie convinzioni sui diritti umani e sulla moralità possano avere a che fare più con la fede che con la logica; ma è davvero la stessa cosa creder in queste cose coerenti con la scienza e la modernità, come sono i diritti umani, con quelli privi di logica come la nascita verginale o la risurrezione?
Keller – Non vedo la ragione perché dovremmo considerare la fede in contrasto con la scienza. Non c’è niente di illogico nei miracoli se crediamo nell’esistenza di un Dio creatore. Se esiste un Dio così grande da creare l’universo con tutta la sua vastità e complessità, perché mai un semplice miracolo dovrebbe essere considerato razionalmente inaccettabile? Per dimostrare che i miracoli non possano avvenire, bisognerebbe essere sicuri senza alcun ombra di dubbio che Dio non esiste. Ma questo nessuno lo può dimostrare. La scienza deve sempre assumere che alla base di ogni fenomeno c’è una causa naturale e ripetibile. Questa è la sua metodologia. Immaginiamo allora, tanto per ragionare, che un miracolo sia realmente avvenuto. La scienza non avrebbe modo di confermare una causa irripetibile e soprannaturale. Alvin Plantiga ha osservato che affermare che deve esserci una causa scientifica per ogni apparente fenomeno miracoloso, è come pretendere che le chiavi che uno ha perso debbano per forza stare sotto un lampione, perchè è quello l’unico posto dove ci si vede.
Kristbof – Le posso chiedere: Ha mai avuto dei dubbi? La gran parte delle persone di fede non is pongono questo tipo di domande?
Keller – Certamente si. Nella Bibbia, nel libro di Giuda (Capitolo 1 verso 22) si chiede ai cristiani di avere comprensione verso coloro che dubitano. Non dovremmo prendere che le persone soffochino semplicemente i dubbi. I dubbi ci costringono a pensare alle cose riesaminando le nostre ragioni, e questo, in definitiva, non fa che rafforzare la fede. Ma vorrei incoraggiare anche coloro che nutrono dubbi sugli insegnamenti religiosi a mettere in discussione le ragioni che sono alla base del loro scetticismo. Mentre i cristiani dovrebbero essere aperti a mettere in discussione le proprie convinzioni in tema di fede, vorrei sperare che gli scettici non credenti siano altrettanto disposti a mettere in discussione le loro. Ne l’affermazione “Non esiste alcuna realtà soprannaturale dietro questo mondo”, ne “C’è una realtà trascendente dietro questo mondo materiale” posso esser empiricamente dimostrate, ne risultano così evidenti per la gran parte delle persone. Così che entrambe richiedono fede. I non credenti dovrebbero essere altrettanto aperti alle domande e ai dubbi in merito alle loro convinzioni, tanto quanto le persone religiose.
Kristbof – Ciò che più ammiro del cristianesimo è la sua capacità di spingere le persone a compiere tante straordinarie buone opere in tutto il mondo. Ma mi mette in crisi la nozione evangelica secondo la quale le persone possono andare in cielo solo se hanno una diretta relazione con Gesù. Ma questo non implica che milioni di persone (buddisti, ebrei, mussulmani, indù) siano destinati all’inferno solo perché non sono cresciuti in una famiglia cristiana in qualche parte del mondo? E che Gandhi sia all’inferno?
Keller – La Bibbia afferma categoricamente che non si possa essere salvati se non attraverso la fede in Gesù (Giovanni 14:6; Atti 4:11-12). Comprendo bene le sue preoccupazioni, perché tutto questo può sembrare esclusivo e ingiusto. Ci sono diverse opinioni al riguardo, sicché la mia posizione al non può essere considerata la risposta cristiana.
Ma è la seguente: Secondo lei anche le persone veramente buone (ad esempio Gandhi) dovrebbero essere salvate, non solo i cristiani. Il problema è che i cristiani credono che nessuno possa essere salvato essendo buono. Se uno non va a Dio, attraverso la fede in ciò che Cristo ha fatto, si dovrebbe avvicinare sulla base della propria bontà. Ma ciò sarebbe paradossalmente ancora più esclusivo e ingiusto, perché coloro che spesso noi tendiamo a classificare come cattivi, i drogati, i violenti, gli inetti e gli egoisti, spesse volte hanno essi stessi un passato fatto di abusi e brutalità.
I cristiani credono che tutti coloro che riconoscono le proprie debolezze e il bisogno di un salvatore ottengono salvezza. Se l’accesso a Dio avviene mediante la grazia in Gesù, allora chiunque può ricevere all’istante la vita eterna. Ecco perché il cristianesimo della “nuova di nascita” darà sempre speranza e continuerà a propagarsi tra i “reietti della terra”. Immagino che qualcuno possa dire: “Ma perché semplicemente Dio non concede a tutti una salvezza universale?”. Ma in questo modo si verrebbe a creare un altro problema di giustizia. Significherebbe che Dio non è veramente interessato a distinguere il bene dal male.
Rimane un’altra questione di giustizia per quel che riguarda persone cresciute senza mai avere sentito parlare del cristianesimo. La Bibbia è chiara riguardo a due cose: che la salvezza avviene mediante la grazia per la fede in Cristo; e che Dio sia giusto ed imparziale in tutto il suo agire. Ciò che non ci dice chiaramente è in che modo entrambe queste cose possano coesistere. Non credo che questo sia insuperabile. Il fatto che io non riesca a trovare il modo non prova che non esita un modo. Se abbiamo un Dio grande abbastanza da meritare di essere chiamato Dio, allora abbiamo anche un Dio grande abbastanza da essere capace di conciliare la giustizia e l’amore.
Kristbof – Tim, grazie grazie per l’interessantissima conversazione. E quali che siano i miei dubbi, in questo ci credo: Buon Natale!