di Carson Weitnauer

Il Dilemma di Eutifrone, un dialogo socratico che si trova negli scritti di platone, sfida notoriamente l’idea che “gli dei” siano una fonte di moralità legittima. Nel dialogo, Socrate chiede al suo amico Eutifrone: “Il punto è che vorrei prima capire se il pio o il santo è amato dagli dei perché è santo, o se è santo perché è amato dagli dei”.
Nel corso degli ultimi venticinque secoli sono cambiate alcune cose, e la maggior parte delle persone religiose sono ora monoteiste (“un solo dio”) invece che politeiste (“molti dei”); l’argomento è stato aggiornato di conseguenza. Tuttavia, la sfida di base del moderno dilemma di Eutifrone si riduce ad una scelta apparentemente impossibile:

  • O Dio vede ciò che è buono, e poi esige la nostra obbedienza al bene.
  • Oppure Dio richiede la nostra obbedienza, e qualsiasi cosa Dio richieda è buona.

Se scegliamo l’opzione #1, dovremmo accettare a malincuore che “Dio” e “il bene” sono entità separate. Questo minerebbe fortemente l’idea che Dio è buono. Ma se scegliamo l’opzione #2, e affermiamo che ciò che Dio impone è il bene, questo sembra irrilevante. Il teista sembra intrappolato: o Dio non è buono perché a) “il bene” è al di fuori di Dio o b) perché attribuire la bontà ai comandi di Dio è arbitrario.
Come si è scoperto, ci sono molte risposte eccellenti a questo dilemma filosofico. Anche se espresse in modi diversi, ecco due delle migliori risposte:
Primo, per quanto famosa possa essere diventata questa sfida filosofica (la propose Socrate!), è comunque una falsità logica. Perché? Perché ci presenta un falso dilemma. Cos’è un falso dilemma? “Quando si presentano solo due scelte, ma ne esistono altre, o esiste uno spettro di scelte possibili tra due estremi”.
La seconda risposta illustra quanto sia falso il dilemma dandoci un’altra opzione. Vale a dire, per puntualizzare ovviamente che Dio è buono! Se Dio è buono, allora Dio non ha bisogno di guardare al di fuori della sua natura per vedere il bene e comandare. Né i comandamenti di Dio sono arbitrariamente buoni solo perché l’onnipotente “Dio” lo afferma. Piuttosto, il teista riflessivo crede che, poiché Dio è essenzialmente buono, allora Dio emette comandi buoni solo per il nostro beneficio.

Da quando ho appreso questa risposta, mi è sembrata soddisfacente. Dopo tutto, il dilemma di Eutifrone funziona solo insinuando di nascosto il presupposto che Dio non è buono. Una volta visto questo, l’obiezione passa dall’essere potente (e famosa!) a piuttosto sciocca: Ehi, credente in Dio, in che modo pensi che Dio non sia buono? L’opzione 1 o l’opzione 2? Aspetta, fermati un attimo. La definizione di “Dio” è, in parte, “un essere perfettamente buono”. Non credo che la tua obiezione sia molto “buona” (cattivo gioco di parole).
Ma perché Dio è buono? A questo punto, molti atei con cui ho parlato, hanno strenuamente obiettato che io definisca “Dio” come un “essere moralmente perfetto”. Sembra semplicemente ingiusto. Qualunque sia il problema, il teista può modificare un po’ la definizione di “Dio” per far funzionare tutto. Quindi, come possiamo dimostrare adeguatamente che l’affermazione “Dio è buono” è logica e ragionevole?

Un approccio standard è quello di fare un passo indietro. Approcciatevi in questo modo: Dio è il più grande essere possibile. Cosa implica essere “il più grande” essere possibile? Sicuramente il più grande essere possibile sarebbe perfettamente buono, altrimenti sembrerebbe che ci sia una grande imperfezione nella natura di Dio. Diciamo che abbiamo un candidato prescelto per essere “Dio”. L’unica cosa è che un controllo dei precedenti penali rivela un omicidio o un piccolo furto a una vecchia signora … non va bene. Se Dio è il più grande essere possibile, allora Dio deve essere perfettamente buono.
Penso che questa linea di ragionamento sia valida, ma mi sembra ancora un po’ tecnica. Un po’ freddo. Molto formale. E poco stimolante. E così, vorrei proporre che d’ora in poi, ogni volta che ai cristiani viene chiesto del dilemma di Eutifrone, noi condividiamo con gioia il nostro infinito amore e ammirazione per la Trinità.
Per esempio, ecco come Michael Reeves descrive la Trinità nel suo eccellente libro Delighting in the TrinityE’ solo quando si comprende cosa significa che Dio è una Trinità che si percepisce veramente la bellezza, la gentilezza traboccante, l’amorevolezza straziante di Dio. Se la Trinità fosse qualcosa che potessimo depennare da Dio, non lo solleveremmo da qualche peso fastidioso; lo priveremmo proprio di ciò che è così adorabile in lui. Perché Dio è trino, ed è come trino che è così buono e desiderabile… Gli dèi monopersonali, avendo passato l’eternità da soli, sono inevitabilmente esseri egocentrici, e così diventa difficile vedere perché dovrebbero mai generare l’esistenza di qualcos’altro. L’esistenza di un universo non sarebbe una distrazione irritante per il Dio il cui più grande piacere è guardarsi allo specchio?… Tutto cambia quando si parla di Padre, Figlio e Spirito. Ecco un Dio che non è essenzialmente solo, ma che ama tutta l’eternità come il Padre ha amato il Figlio nello Spirito. Amare gli altri non è affatto una cosa strana o nuova per questo Dio; è alla radice di ciò che è.
Cioè, l’essere più intimo di Dio (ipostasi) è un essere estroverso, amante e generatore di vita. Il Dio trinitario è un Dio estatico: non è un Dio che accumula la sua vita, ma che la dona, come mostrerà in quel momento supremo della sua auto-rivelazione sulla croce. Il Padre trova la sua stessa identità nel donare la sua vita e il suo essere al Figlio; e il Figlio immagina suo Padre nel condividere la sua vita con noi attraverso lo Spirito. (Kindle, 49-52, 563-565, 568-570, 642-648).

Il Dio cristiano è un Dio eternamente trino. Cioè, “Dio” è perfettamente buono perché Dio è il Padre, il Figlio e lo Spirito, che esistono in un amore sorprendente e impressionante l’uno per l’altro. Da sempre, e continuando per sempre, il Padre, il Figlio e lo Spirito stanno sempre dimostrando un amore supremamente centrato sull’altro. E come abbiamo sperimentato questo Dio Trino che agisce in nostro favore?

  • La creazione non è forse traboccante di bontà ben oltre il necessario per la vita?
  • Dio non ci ha forse amato anche se lo abbiamo respinto più e più volte?
  • Non è diventato uno di noi nell’Incarnazione?
  • Non ha dato la sua stessa vita per noi sulla croce?
  • Non siamo stati perdonati, rianimati, rinnovati e adottati come figli e figlie?
  • Non è forse disposto ad abitare in noi?
  • Non ci ha invitato nella sua comunione d’amore, ora e per sempre?

A cosa sono dovuti questi atti così stravaganti e queste promesse se non per la nostra più grande felicità e gioia? Perché Dio dovrebbe essere così, così buono con noi? È perché questo è ciò che un Dio Trino è nella sua stessa natura. Il Padre si compiace nel cercare il meglio per il Figlio e lo Spirito, e intorno a questo amore per il prossimo è stato e sarà per tutta l’eternità. È il Dio Trino che è buono e che è buono con noi. Perché questo Dio ci comanda? Non perché “vede il bene” che sta laggiù nell’angolo o perché i suoi comandamenti sono arbitrariamente buoni. La grandissima buona notizia è che il Dio trinitario dell’amore ci chiede di amare Dio e di amare gli altri perché Dio è amore e noi, in quanto portatori dell’immagine di Dio, siamo invitati a conoscere l’amore di Dio e a diventare amorevoli come lo è Dio.
Non voglio negare che discutere i meriti accademici del dilemma di Eutifrone sia divertente (anche se è una fallacia logica relativamente semplicistica). Ma anche se questa annosa questione rappresentasse una seria sfida alla fede cristiana, questo sarebbe un motivo in più per discutere la bellezza e la gloria del nostro Dio Trino. Rispondere a un’obiezione logica con una risposta ragionevole va bene. Ma d’ora in poi, rispondiamo in modo che i nostri amici sperino che il Dio Trino dell’amore sia reale – e che ami anche loro. E se stai ancora indagando, spero che aprirai il tuo cuore all’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito: Dio ti ama.
Come scrisse l’apostolo Paolo in  2 Corinzi 13:14 (ESV): La grazia del Signore Gesù Cristo e l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.


Testo pubblicato originariamente su Reasons for God. Tradotto e riprodotto qui con l’autorizzazione da parte dell’editore Reasons for God. Il suo utilizzo totale o parziale è proibito in ogni forma previa richiesta e autorizzazione di InfoStudenti. Il contenuto del presente articolo non è alterabile o vendibile in alcun forma.
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