Non molto tempo fa, a Richard Swinburne fu chiesto se dubitava mai della veridicità del Cristianesimo. Chi è Richard Swinburne? Secondo molti, Swinburne è il più grande filosofo della religione nel mondo, e gran parte del suo lavoro è incentrato sulla difesa del Teismo cristiano. Praticamente tutti i suoi scritti sono accademici; il suo contributo alla discussione è inestimabile e verrà letto per secoli a venire. Quando, dunque, viene chiesto al maggiore difensore accademico del Cristianesimo qualcosa riguardo i suoi dubbi, vale la pena considerare ciò che risponde.

Probabilità della verità
Il primo punto che egli afferma è che il Cristianesimo è un caso di probabilità e non di certezza. Questo è importante. Se la probabilità è qualcosa di valido da considerare, allora diventa valido anche il Cristianesimo, ma ciò non implica una totale garanzia della sua veridicità. Essendo semplicemente probabile, non vuol dire che sia credibile o assolutamente consequenziale. Io sono giunto a credere che si può credere pienamente e con piena fiducia al fatto che il Cristianesimo sia vero, e ritengo che l’evidenza dà una buona base per credere (vale a dire, offre una certa razionalità), anche se non arriva a renderla assolutamente garantita. Una data affermazione può avere anche una probabilità del 99% di essere corretta, ma anche questa non è totalmente sicura.

Non avere la certezza assoluta è cosa alquanto usuale in quanto tutti i nostri credo empirici sono solamente probabili e non hanno una garanzia assoluta. Swinburne usa l’esempio del razzo spaziale. Come mostrano le statistiche. Con il lancio di missili, navicelle e persone nello spazio la scienza ha evidenziato sempre una certa possibilità di sbagliare, cosi come si sono sempre rivelate imperfette e mutevoli le nostre credenze più mondane. Noi possiamo credere con una certa sicurezza che la nostra macchina sia parcheggiata in un’area, al solito posto. Questo credo può essere molto razionale in quanto spesso non si rivela sbagliato, tuttavia anche questa è chiaramente una probabilità, in quanto l’auto potrebbe essere stata rubata, rimorchiata, utilizzata da un familiare, esplosa spontaneamente o semplicemente il proprietario potrebbe aver dimenticato di averla parcheggiata altrove.

Cercare dubbi
Se il caso per il Cristianesimo è basato sulla “probabilità”, allora è “inevitabile che si possano avere dei dubbi”. Swinburne dice: “infatti, io li cerco”. Queste sono indicazioni positive;  Swinburne sembra pensare che si tratti di una condizione da professionisti, ma io penso che tutti dovremmo esplorare e cercare di capire i nostri dubbi. Io personalmente sono abbastanza fortunato da poter dedicarmi a questo ricerca proprio come. Se si pensa che il Cristianesimo è vero, questo sembra essere l’atteggiamento giusto. Intanto ognuno di noi dovrebbe considerare i propri dubbi e valutare bene quanto il proprio punto di vista regge alla luce di questi dubbi. Se il nostro punto di vista non regge, allora dovremmo cambiare le nostre idee. Sembra spaventoso? Intanto se il nostro punto di vista è vero reggerà alle analisi ed alle valutazioni, e non avremo nulla di cui preoccuparci.

È chiaro che non sto dicendo che se abbiamo alcune domande senza risposta dobbiamo rifiutare la fede, non sto dicendo che se abbiamo 99 buone ragioni per credere e 1 ragione per dubitare, dobbiamo rifiutare la fede; sto semplicemente dicendo di considerare onestamente le prove, e questo è normale per qualsiasi altra convinzione che abbiamo. Per quanto riguarda me, io stesso ho trovato le prove disponibili convincenti. Abbiamo visto, dunque, che anche per il più importante filosofo della religione del mondo avere dei dubbi non è cosa negativa, anzi, il contrario, e non c’è dubbio che il suo esempio dovrebbe contare qualcosa.

Link video: http://www.travisdickinson.com/richard-swinburne-doubting-christianity/