Sembra una notizia uscita da uno di quei rotocalchi giornalistici della satira o uno scherzo di carnevale, invece esiste davvero: a Padova c’è un assessorato alla solitudine. È questa la particolare decisione presa dal sindaco di Villa del Conte, Antonella Argenti che ha introdotto la particolare delega tra le competenze dei suoi assessori per venire a particolari esigenze dei suoi concittadini. «Oggi siamo tutti soli — ha detto il primo cittadino all’Adnkronos — non c’è più un contesto familiare che ti aiuta nei problemi e nelle incombenze quotidiane. L’ho constatato di persona fin dal primo giorno della mia amministrazione: una moltitudine di persone venivano in Comune a chiedere aiuti di ogni genere riguardanti la sfera personale. Con l’assessore al sociale, Graziella Vigri ci siamo date da fare per venire incontro a tutti, e non si tratta solo di anziani, ma di fasce deboli: dai disoccupati, alle mamme sole. Così ora ho pensato di ufficializzare con una delega una situazione di fatto».

La stessa cosa è accaduta qualche anno fa in Gran Bretagna, la ex premier britannica Theresa May, ha deciso di crearlo. Per il governo Britannico la solitudine è un problema di salute pubblica. Perciò il “ministero per la solitudine” dovrà occuparsi di sviluppare una strategia e affrontare quello che colpisce milioni di persone, e che viene definita “la triste realtà della vita moderna”. Perché vivere soli è considerato dalle autorità sanitarie un fattore di numerose malattie, in particolare la depressione. Secondo la Croce Rossa britannica ci sono 9 milioni di persone che vivono “isolate”, 2 milioni che abitano sole, almeno 200 mila anziani che trascorrono settimane senza incontrare nessuno.
Sebbene la solitudine è spesso vista come un problema per gli anziani, un recente studio condotto dalla Mental Health Foundation ha rilevato che i giovani tra i 18 e i 34 anni sono propensi a sentirsi soli e più spesso degli ultrasessantenni. Vari studi hanno dimostrato che tra il 20 e l’80% degli adolescenti dichiara di sentirsi spesso soli, rispetto al 40-50% in una popolazione anziana. Tutti vivono stagioni di isolamento per un motivo o un altro. È giusto affermare che viviamo in un’epoca in cui la tecnologia moderna ha semplificato la nostra vita, e fare le cose senza l’aiuto di altre persone e senza lasciare le nostre case, è più facile. Però questo ha contribuito a sviluppare per una parte crescente della popolazione a sperimentare regolarmente l’isolamento. In effetti, la solitudine può derivare da fattori e circostanze nella vita che aumentano la possibilità di isolamento, e non si sviluppa durante la notte. Quindi, ci sono molti fattori sociali che contribuiscono alla solitudine.

Ad esempio, le persone che non sono sposate, divorziate o vedove hanno più probabilità di incontrare la solitudine semplicemente perché hanno maggiori probabilità di essere sole. Alcune persone tendono ad essere sole a causa di circostanze nel loro sviluppo infantile. Lo studente che si è spostato da casa, l’individuo con una disabilità o malattia possono incontrare la solitudine; a volte invece può emergere dopo una grande transizione o trauma. Le persone con bassa autostima inoltre, si isolano spesso si ritirano da situazioni sociali che credono possano portare al rigetto o rifiuto.

La solitudine può anche verificarsi quando una relazione matrimoniale non produce la vicinanza che ci aspettiamo. L’alcolismo, l’abuso di droghe, la disgregazione della famiglia e altri mali sociali sono spesso radicati nella solitudine e di solito portano a una maggiore alienazione da un contatto umano significativo. Tuttavia, tutti noi siamo soggetti a uno stato di solitudine, e ci sono molti modi in cui esso può prendere il sopravvento sulle nostre vite.

Julianne Holt-Lunstad, professore di psicologia alla Brigham Young University, nello Utah, ha detto: Essere socialmente collegati agli altri è ampiamente considerato un bisogno umano fondamentale, cruciale per il benessere e la sopravvivenza”. Tutti noi abbiamo il bisogno di unirci a qualcosa di più grande di noi stessi per riempire quel vuoto radicato che esiste dentro tutti noi.
Anche la Bibbia dedica una notevole quantità di spazio all’importanza delle relazioni personali, basti vedere sin dall’inizio come la Bibbia illustra la storia di Adamo ed Eva, lo scopo di Dio per il genere umano e la condivisione delle proprie vite con il prossimo. Inoltre è chiaro anche dalla Parola di Dio che esiste una relazione reale che è predominante dal punto di vista di Dio. Questa è la comunione che LUI vuole avere con noi, che costituisce il fondamento di tutte le altre relazioni.

Qualunque cosa possa contribuire alla tua solitudine, c’è una via d’uscita. Spesso pensiamo che la solitudine può essere definita solo in termini fisici o emotivi, dall’assenza di persone e di emozioni, ma la solitudine è, alla radice, una questione spirituale.

Perciò, bisogna affrontare la causa principale della solitudine che ogni essere umano ha: la solitudine spirituale dell’essere separati da Dio. Il problema della solitudine spirituale è causata della nostra separazione da Dio. Il nostro grido profondo del cuore dovrebbe essere: “Mi sento solo perché sono un peccatore in un mondo oscuro e caduto. Dio aiutami.”

Quando un individuo abbraccia il dono di Dio della vita eterna attraverso Gesù Cristo, entra in comunione con il Creatore dell’universo. Dio Onnipotente diventa il suo Padre celeste e lascia lo Santo Spirito regnare in noi. Questa meravigliosa comunione che Dio vuole avere con ciascuno dei Suoi figli la possiamo sperimentare giornalmente, attraverso l’esercizio della preghiera e la lettura della Bibbia. Perché Lui non è mai troppo occupato per ascoltarci.

Se non hai mai invitato Gesù Cristo ad essere il tuo Salvatore, ora è un buon momento per farlo. Chiedi a Dio di condurti in una relazione più profonda con Lui e una Sua maggior conoscenza. Far diventare Gesù il Signore della tua vita ti metterà su un sentiero che conduce all’intimità con Dio, nuove amicizie con compagni e fratelli di fede in questa vita, e un posto eterno alla presenza di Dio nella vita futura.
di J.B.

 

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