Louis Zamperini è morto il 3 Luglio 2014 di polmonite all’età di 97 anni. A parte i membri della famiglia Zamperini, al suo funerale erano presenti Angelina Jolie, suo marito Brad Pitt, Draggan Mihailovich, un regista di Fox Sports, e Kyle Gauthier, che ha parlato di come Zamperini lo ha aiutato in un momento difficile della sua vita.
Una vita incredibile quella di Louis che ha ispirato Angelina Jolie, nel suo ultimo lavoro da regista del film intitolato ‘Unbroken’, interamente dedicato alla vita del mezzofondista Louis Zamperini, che presto uscirà nelle sale cinematografiche. Ecco cosa ha commentato pubblicamente l’attrice Angelina Jolie dopo la morte dell’eroe di guerra: “È una perdita impossibile da descrivere. – Siamo tutti grati per come le nostre vite sono state arricchite dall’averlo conosciuto”.
Ma chi era Louis Zamperini?
La storia di Louis è in effetti la storia di un uomo che ne ha superate veramente tante: nato nel 1917 da genitori italiani appena trasferitisi negli Stati Uniti, Zamperini si dedicò all’atletica collezionando successi e record, che gli consentirono prima di ottenere una borsa di studio per il college e poi di gareggiare nel 1936 alle Olimpiadi di Berlino nei 5000 metri. Arrivò ottavo, ma si guadagnò le attenzioni di Hitler che volle incontrarlo personalmente per stringergli la mano e fargli i complimenti. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Zamperini si rese invece famoso per un avvenimento molto più tragico: fu infatti uno dei pochi sopravvissuti tra coloro che erano a bordo di un bombardiere americano che precipitò nell’Oceano Pacifico. Egli sopravvisse a questo calvario, solo per sopportarne tanti altri. Infatti, i sopravvissuti restarono in mare su un minuscolo canotto per 47 giorni, cibandosi di uccelli e pesci e resistendo agli squali più grandi del canotto che infestavano le acque, e agli attacchi dei bombardieri giapponesi, ma – una volta toccata la terraferma – furono immediatamente catturati dall’Esercito Giapponese, che li tenne come prigionieri di guerra e li torturarono per due anni, e dove nove Marines furono decapitati.
Zamperini sopravvisse anche a questo, e quando la guerra finì, tornò a casa accolto come un eroe. Era riuscito a sfuggire alla morte fisica, non una volta, ma più volte perché i torturatori di Zamperini avevano ucciso il suo spirito. Quando tutte le celebrazioni erano oramai finite, la rabbia che provava nei loro confronti persisteva. Una volta disse “Non mi dava fastidio il dolore, ma l’aver distrutto la mia dignità è rimasto dentro di me”.
La vita di Zamperini discese nell’oscurità. Cominciò a bere, e versò la sua rabbia e il suo risentimento sulle persone intorno a lui. Fu ben presto sull’orlo di perdere la sua famiglia. Poi arrivò la parte che riguarda il cambiamento della storia di Zamperini – che difficilmente si potrà leggere sui giornali: la parte che ha fatto piangere i lettori.
Sua moglie, Cynthia, era sul punto di firmare le carte del divorzio e lo avrebbe fatto se non fosse stato per l’intervento di un vicino, che la convinse ad andare ad ascoltare un giovane predicatore. Cynthia ripose la sua fede in Cristo Gesù quella notte, e disse al marito che grazie alla sua conversione, non avrebbe chiesto il divorzio. Inoltre, dopo svariati tentativi di invitarlo allo stesso incontro, finalmente un giorno  lo convinse a partecipare. Quella sera stessa, nell’anno 1946, Zamperini sperimentò una conversione al cristianesimo che cambiò la sua vita in modo immediato ammettendo a Dio che era un peccatore bisognoso di essere salvato.
Zamperini ha dedicato il resto della sua vita a Dio, scrivendo una lettera di perdono al suo ex aguzzino giapponese, e realizzando che quello che doveva fare per liberarsi dai suoi aguzzini era perdonarli. Tornò in Giappone per farlo, cercando di rintracciare la guardia che lo aveva torturato senza pietà e perdonarlo. Nel 1998, ebbe modo di partecipare alle Olimpiadi in Giappone, dove portò la torcia olimpica attraverso la città dove era stato prigioniero di guerra.
Zamperini costituì un campo ragazzi per giovani in difficoltà a Los Angeles, mantenendo un programma impegnativo fino a poco tempo fa, come un oratore capace di incoraggiare chiunque, ispirando le persone con la sua storia. Quando e dove poteva, ha raccontato alla gente la potenza trasformatrice dell’amore di Cristo. “Aveva un modo di cambiare la vita attraverso la sua ispirazione e una capacità di perdono che era di natura divina”.
Zamperini avrebbe potuto scegliere una vita di auto-commiserazione e di odio. Avrebbe potuto scegliere di rimanere una vittima. Chi lo avrebbe biasimato? Ha scelto invece la vita. E fu la sua fede in Gesù Cristo che gli ha dato il suo amore per la vita anche se purtroppo la vita di Louis si è interrotta a 97 anni, il che ci ricorda che una fine c’è per tutti, anche per chi sembra immortale: però alla fine, la vita di Louis Zamperini ci insegna non solo come sopravvivere, ma come vivere in modo vincente e immortale

di J.B.

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