Domande & Risposte

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Hai una domanda a cui desideri che InfoStudenti risponda? Forse hai dubbi, perplessità o curiosità sull’esistenza di Dio, sul Cristianesimo, sulla Bibbia o su tali altri argomenti. Scrivi, InfoStudenti ti offre la possibilità di interagire online cercando di chiarire e rispondere a domande più complicate di quanto pensiamo. Puoi leggere tutte le risposte alle domande più frequenti, divise per argomento, e, se non c’è oggi, potrebbe esserci tra qualche giorno: questa sezione è in aggiornamento. Il tuo parere è importante per noi e anche se potremmo non risponderti immediatamente, il nostro obiettivo è quello di risponderti in un modo o nell’altro. Grazie per la tua comprensione e la pazienza. Scrivici. Ci piacerebbe rispondere alle tue domande, non esitare ad inviarci la tua richiesta compilando il modulo sottostante!

DOMANDE FREQUENTI

Se Dio ha creato l'universo, chi ha creato Dio?

Questo è uno degli argomenti più particolari che è generalmente discusso quando un teista ipotizza che Dio è indispensabile per l’esistenza dell’Universo (un essere assoluto sul quale esistono tutte le altre cose per mezzo di contingenza). Alcuni atei poi spostano il peso verso il teista dicendo: “Bene, allora chi ha creato Dio?” Questo argomento molto noto dimostra una incapacità di comprendere ciò che quasi ogni forma di teismo classico capisce dal nome “Dio”. Dio è Colui che è – vale a dire, l’unico che è la fonte del proprio essere. Egli è adorato come Colui increato che è sempre stato e sempre sarà. Dio non è visto dal cristiano come un altro essere nell’aggregato complessivo di tutti gli esseri dell’universo. Piuttosto Egli è la fonte e il fondamento di ogni essere. Un modo per dire che, anche se potrebbe sembrare strano in un primo momento, è che i cristiani non credono che Dio sia mai entrato in esistenza (Kierkegaard). Pensatelo nel senso dell’ “Argomento Cosmologico“. Qualsiasi cosa che inizia ad esistere deve avere una causa. L’universo ha cominciato ad esistere, quindi, ha avuto una causa. Ma Dio non ha cominciato ad esistere; Lui è sempre stato, ossia, eterno. L’ateo in genere risponde con, “non importa quello che affermi di Dio, ancora non risponde alla domanda.” Questo è un grande esempio del momento in cui gli atei e cristiani iniziano a parlare l’uno sull’altro. Per il cristiano la questione è puramente senza senso, per l’ateo è puro errore logico. In tal senso, per coloro che gridano “Caso Particolare” a questa affermazione deve difendere l’alternativa, che, a rigor di termini, è illogico in un universo composto interamente di realtà contingenti. Senza l’assegnazione logica di un assoluto sul quale tutte le cose sono contingenti, si è lasciato con qualcosa di simile contingenza assoluta o condizionalità incondizionato dell’universo fisico (questo assumendo che si crede l’eternità della natura, in caso contrario, se si crede l’universo ha avuto un inizio, allora deve difendere un ancora più fantastico salto illogico, quello del “solo-essere” dell’universo, che differisce molto poco da pura magia). Ma la convinzione che solo Dio è eterno nel suo essere non è Caso Particolare per cominciare per il semplice fatto che l’argomento è qualcosa di veramente unico, legittimamente “speciale”. Se non si può sostenere che almeno una cosa è Assoluta, o “Necessaria” in un universo di condizionalità, allora la realtà così come la conosciamo è irrazionale. Meglio essere ingiustamente accusato di un errore logico che giustamente accusato di una assurdità logica.

Perché avere fede in Dio?

La fede in Dio pone nell’uomo un’intelligenza, non superiore, ma diversa da chi non crede. Un’intelligenza completa e più profonda della realtà, che permette di rispondere alle domande radicali ed inestirpabili del nostro io e dare un’ipotesi di significato a tutto. Partire da qualcosa che c’è, da una presenza qui e ora, è totalmente diverso che partire da un un vuoto, da un’assenza, da un’irrazionalità ultima della vita, che chi si professa ateo non può non sperimentare. Inoltre, l’ipotesi di significato ultimo, porta l’uomo credente ad essere maggiormente stimolato e produttivo proprio per rispondere alla vocazione che Dio dà. Tutto questo è dimostrato dalla storia, infatti molti dei più grandi scienziati della storia credevano e credono in Dio.

Non c'è prova dell'esistenza di Dio

Vi è almeno un grosso problema con questa frase, spesso si sente dire che non c’è prova di Dio e che quindi i Cristiani credono alle favole (o qualcosa del genere), mentre è più come dire che non vi è alcuna prova fisica dell’essere di Dio nel mondo fisico e quindi i Cristiani credono nelle favole (dato che tutte le cose “reali” per l’ateo-materialista si presume che siano fisiche). Il fatto che i cristiani non abbiano mai affermato di credere in un Dio fisico come solo un essere fisico in più tra tutti gli altri esseri fisici nell’universo – non ferma questo tipo di atei dal pensare che hanno rovinato 40 secoli di pensiero religioso, l’esperienza e la raffinatezza con la semplice menzione di questo “uomo finto”. Raramente tengono conto che la prova fisica andrebbe a contrastare al 100% il credo teistico giudaico-cristiano. La loro argomentazione contro un Dio fisico è in realtà elogiato e difeso dai cristiani. La Bibbia dichiara con orgoglio più volte che Dio è spirito. In poche parole: il cristianesimo crede in un Dio immateriale, quindi chiedere la prova materiale della sua esistenza è privo di senso. Questo fatto non è, ovviamente, la prova che la pretesa cristiana sia vera, ma semplicemente la prova che con tali attacchi l’ateo non ha ancora cominciato ad oscillare nella direzione del cristianesimo. Molti atei protesteranno dicendo che è l’attività di Dio a dover essere rilevabile nel mondo fisico, non il suo essere reale. Tutto ciò è corretto, ma quando vengono presentate evidenze di attività di Dio nel mondo questi stessi atei sonoramente li rifiutano, a prescindere dalla validità scientifica o filosofica delle prove. Sembra che non ci sia alcuna prova di attività di Dio nel mondo che possa passare la giuria della popolare opinione atea. Molti sembrano pensare che l’ammissione di una sola prova nella loro corte sarebbe uguale ad un crollo totale nel loro caso contro il cristianesimo. È bene tenere a mente che: “evidenza” e “prova” non sono uguali. Non siamo costretti intellettualmente ad accettare il cristianesimo sulla base di una buona evidenza.
Tuttavia, se per “nessuna prova” un ateo ha in mente qualcosa di più come, “Non vi è alcuna prova logica dell’esistenza di Dio …”, allora l’uomo di paglia diventa improvvisamente un muro di mattoni. Gli argomenti logici per Dio sono molto vasti e testati nel tempo contro alcune delle più grandi menti di tutti i tempi che lavorano instancabilmente contro di loro. E sono argomenti ben noti e possono essere facilmente trovati online o nei libri. Ma ciò che è scoraggiante quando si è coinvolti in un dibattito con gli atei, in particolare quello virale, è l’attacco costante che afferma che la fede è illogica, irrazionale, o che è tutta una favola, creduto solo da ignoranti e malati di mente. Una cosa è negare volontariamente l’evidenza di Dio dopo un ascolto attento, una altra è rimanere volontariamente ignorante di una visione opposta è sostenendo che la visione opposta è ignorante. Ma un tale comportamento è in genere un segno di una persona dolorosamente insicura circa la sua posizione, e usa una grande varietà di insulti come copertura per un fallimento di visione.

Ѐ possibile che la Bibbia si contraddica?

Questa è un’obiezione infondata perché: esistono risposte ad ogni cosiddetta contraddizione. Il problema è che coloro che sollevano questa obiezione o non sono a conoscenza delle soluzioni, o non sono convinti dalle soluzioni offerte. Inoltre, le aspettative degli antichi lettori di letteratura sono diverse da quelle convenzioni moderne. Spesso una semplice comprensione del testo e contesto culturale schiarisce apparenti contraddizioni. Molte presunte contraddizioni si basano sull’interpretazione di un individuo. Anche in questo caso il contesto e la capacità di prendere in considerazione altre interpretazioni è importante. Durante la lettura della Bibbia, spesso molti dimenticano che stanno studiando un antico documento, che è stato tradotto da una lingua straniera, in una lontana parte del mondo, in una cultura che non esiste più.

Ѐ possibile creare una società senza Dio?

Cedere ad una deriva laicista, atea, materialista e riduzionista porta inevitabilmente a perdere di vista l’unicità dell’uomo, riducendolo così ad un semplice animale, solo quantitativamente e non qualitativamente, diverso dagli altri. Si dimentica violentemente l’altra dimensione umana, quella spirituale, si censura l’esistenza dell’anima e si abbandona l’insegnamento Cristiano e della Bibbia. L’uomo diventa oggetto, cavia per indagine scientifica come qualsiasi altro animale, credendo di poter studiare scientificamente il pensiero, la volontà, la libertà, l’amore, la moralità, la fede ecc. L’uomo che vuole creare una società senza Dio, mettendosi al suo posto, ha dimostrato troppe volte di saper solo produrre disastri e tragedie disumane. All’inizio del ‘900, il filosofo Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) commentò tutto questo così: «Uomini che cominciano a combattere la Chiesa per amore della libertà e dell’umanità, finiscono per combattere anche la libertà e l’umanità pur di combattere la Chiesa» (Chesterton, Ortodossia, 1908).

Fede e Scienza, sono incompatibili?

Esistono molti scienziati che hanno trovato conferma della loro fede in Dio grazie alla scienza e ne esistono altrettanti che hanno approfondito il loro ateismo a causa di essa. Questo perché Dio non è un dato scientifico e la scienza non è in condizioni di provare la verità o la falsità di proposizioni metafisiche e teologiche (e viceversa). Non esistono e non possono esistere prove scientifiche di Dio, come non può sussistere un ateismo scientifico. Semmai è possibile, appunto, che alcuni aspetti che emergono dallo studio della realtà fisica confermino o meno, una propria posizione esistenziale già preventivamente decisa. Eppure ancora oggi sono presenti nel mondo scientifico delle posizioni estreme, decisamente illuministiche, scientiste e antireligiose, che hanno avuto l’unico risultato di generare, per reazione, movimenti di contestazione scientifica. La concezione epistemologica dominante in alcuni ambienti, vale a dire la convinzione intorno all’infallibilità della conoscenza scientifica e la diffidenza verso altre forme di sapere o di credenza, a cominciare da quella filosofica e religiosa, ha permesso che un “abusato” luogo comune possa resistere ancora oggi: quello secondo cui lo scienziato non può che essere lontano dalla fede perché la ragione scientifica, ritenuta popolarmente il modello compiuto di uso della ragione, precluda ogni accesso razionale a Dio. Mentre è sempre più provato che tra scienza e fede non vi siano alcune incompatibilità.

Perchè studiare il Vecchio Testamento?

Risposta: Ci sono molte ragioni per studiare l’Antico Testamento. Per uno, l’Antico Testamento pone le basi per gli insegnamenti e gli eventi presenti nel Nuovo Testamento. La Bibbia è una rivelazione progressiva. Se si salta la prima metà di ogni buon libro per cercare di finirlo, sarà difficile capire i personaggi, la trama, e la conclusione del libro. Allo stesso modo, il Nuovo Testamento è solo completamente capito quando vediamo la sua fondazione degli eventi, i personaggi, le leggi, il sistema sacrificale, le alleanze (i patti) e le promesse del Vecchio Testamento.
ESEMPI:
Se avessimo avuto solo il Nuovo Testamento, non sapremmo perché:

  • Gli ebrei erano alla ricerca di un Messia (un Re Salvatore).
  • Non avremmo capito perché questo Messia sarebbe dovuto venire (vedi Isaia 53).
  • Non saremmo stati in grado di identificare Gesù di Nazareth come il Messia.

o attraverso le numerose profezie dettagliate che sono stati dati nel vecchio testamento

  • Il suo luogo di nascita (Michea 5: 2).
  • Come sarebbe morto (Salmo 22, in particolare i versetti 1, 7-8, 14-18; 69:21).
  • La sua risurrezione (Salmo 16:10).
  • Altri dettagli del suo ministero (Isaia 9: 2; 52: 3).

Uno studio del Vecchio Testamento è importante anche per comprendere le usanze ebraiche citati di sfuggita nel Nuovo Testamento. Non riusciremmo a capire il modo in cui i farisei avevano pervertito la legge di Dio, aggiungendo le proprie tradizioni ad esso, o perché Gesù era così sconvolto quando ha purificato il cortile del tempio, scacciando i mercanti. Oppure dove Gesù ha trovato le parole che ha usato nelle rispondere ai suoi avversari. L’Antico Testamento registra numerose profezie dettagliate che potevano avverarsi solo se la Bibbia è la Parola di Dio, non dell’uomo (ad esempio, Daniele 7 e seguenti capitoli). Le profezie di Daniele forniscono dettagli specifici circa l’ascesa e la caduta delle nazioni. Queste profezie sono così accurate, infatti, che gli scettici scelgono di credere che sono stati scritti dopo il fatto.
Dobbiamo studiare l’Antico Testamento a causa delle innumerevoli lezioni in esso contenute per noi. Osservando la vita dei personaggi del Vecchio Testamento, troviamo una guida per la nostra vita. Siamo esortati a confidare sempre in Dio (Daniele 3). Impariamo a stare fermi nelle nostre convinzioni (Daniele 1) ed attendere il premio di fedeltà (Daniele 6). Impariamo che è meglio confessare il peccato al più presto ed in modo sincero invece di dare la colpa ad altri (1 Samuele 15). Impariamo a non scherzare con il peccato, perché prima o poi verrà rivelato (Giudici 13-16). Scopriamo che il nostro peccato ha conseguenze non solo per noi ma anche per i nostri cari (Genesi 3) e, viceversa, che il nostro buon comportamento ha ricompense per noi e chi ci sta intorno (Esodo 20: 5-6). In sintesi, l’Antico Testamento ci permette di imparare ad amare e servire Dio, e ci rivela il carattere di Dio.
Josh

L’origine del male

“Se Dio ha creato solo il bene, e il male è una corruzione o una privazione, allora da dove viene il male?” Come può il bene assoluto essere la fonte del male?” Le Scritture indicano che Lucifero, un arcangelo perfetto, peccò (1Tim. 3:6). Lucifero fu creato con una volontà, che era buona. Tuttavia, con la possibilità di scegliere, c’è anche la possibilità di scegliere il male.
Un terzo degli angeli cadde con Lucifero (Ap.12:4), che diventò Satana, l’avversario. Lucifero non fu tentato da nessuno, né la sua natura causò il suo peccato. Lucifero desiderò di essere come Dio (Is.14:14). Il nostro obiettivo nella santificazione è di essere come Dio, ma solamente i suoi attributi comunicabili di amore, bontà, santità, etc sono interessati. Non possiamo diventare infiniti, onniscienti, onnipresenti o onnipotenti. Lucifero voleva tutto ciò. Desideri buoni divennero corrotti.
Poi, Adamo ed Eva furono creati come agenti morali buoni e liberi. La loro disobbedienza non era senza una causa, ma il loro peccato venne dalla tentazione di voler conoscere la differenza tra il bene e il male. È importante ricordare che il male non doveva esistere per volere il male. Desiderare un bene minore o desiderare una cosa buona che non è tua è male. Di solito ci si lamenta di Dio per il peccato e il male nel mondo. Dio ha creato solo cose buone. Una cosa buona che Dio ha creato è la possibilità di scegliere. Un essere buono, con il buon potere di scelta, sceglie di mettere la sua volontà sopra quella di Dio. Da qui l’origine del male.

Perché mai avere fiducia in Dio quando c'è così tanto male nel mondo?

Questa è probabilmente una delle domande più difficili che un cristiano possa ricevere. Ecco una breve risposta suddivisa in tre punti.
Primo: possiamo scegliere di avere fede perché l’alternativa è ammettere che il dolore non è una cosa razionale. Se l’ateismo è veritiero, noi siamo la conseguenza insignificante di meccanismi senza alcun scopo. Saremmo costretti ad ammettere che l’amore non è più potente della morte. E perderemmo ogni speranza di giustizia e di redenzione; tuttavia, è possibile vivere senza speranza?
Secondo: il problema del male sostiene che un Dio buono non avrebbe avuto motivo di creare l’umanità. Il male eccede così tanto il bene che sarebbe stato meglio che la Terra fosse stata creata senza vita come la Luna. Si può seriamente credere che sia così? Ma questo non implicherebbe che noi desideriamo che la Terra sia senza vita? Non ci sono elementi per credere che la nostra sofferenza possa essere risanata e sconfitta?
Terzo: il Dio Padre ha offerto il suo unico Figlio Gesù; Dio in quanto Figlio ha sofferto per noi e con noi. La sofferenza e l’assassinio da parte del Figlio innocente di Dio parrebbe essere il più grande male che si possa immaginare. Malgrado ciò, Dio lo ha risuscitato dai morti. Dio è sufficientemente potente da far scaturire del buono dalla crocifissione. Gli indizi della resurrezione ci danno una sicura speranza che Dio può mettere fine a qualsiasi sofferenza e guarire qualunque ferita.
In altre parole: la fede ci spinge a credere perché una luce brilla nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno sopraffatta.

Esiste il testo originale della Bibbia o è stato modificato?

Molti dicono che la versione attuale che abbiamo della Bibbia non sia l’originale e che sia stata modificata. Perciò, cerchiamo di rispondere se è vero, provando a dimostrare che in effetti ci sono buone evidence che la Bibbia che abbiamo oggi è come era stata originariamente scritta.
Argomentazioni che sostengono la Bibbia non originale
Molti sostengono che la Bibbia sia stata modificata o alterata nel corso degli anni, questo per evitare di confrontarsi con parole e dichiarazioni di Cristo sulla nostra vita.
Il Corano afferma che Gesù non è morto (Sūra 4: 157), quindi, poiché la Bibbia dice che è morto, la Bibbia deve essere stata alterata. Tuttavia, l’evidenza va chiaramente contro qualsiasi corruzione della Bibbia.

Il Vecchio e il Nuovo Testamento vanno considerati separatamente, dal momento che alcune delle questioni coinvolte sono leggermente diverse.
Evidenze che il Vecchio Testamento è originale
Ci sono tre principali manoscritti dell’Antico Testamento:
Il testo Masoretico, un testo ebraico risalente al 1000 d.C. La Septuaginta (la versione dei Settanta), una traduzione greca del testo ebraico del III secolo a.C. I Manoscritti del Mar Morto datati tra il 408-318 a.C. Tutti questi testi sono sostanzialmente coincidenti, anche se ci sono alcune minime variazioni.
Pertanto, possiamo essere certi che il V.T. che abbiamo oggi è lo stesso usato da Gesù (che citava liberamente) ed è lo stesso che gli ebrei usavano 400 anni prima della venuta di Gesù!
Evidenze che il Nuovo Testamento è originale
La situazione del Nuovo Testamento è leggermente più complessa. Ci sono oltre 5.800 manoscritti greci del Nuovo Testamento, la lingua in cui era originariamente scritto il Nuovo Testamento. Tuttavia, è stato anche tradotto molto presto in molte altre lingue come latino, copto, siriaco, armeno ed altre. Il numero totale di numeri di manoscritti è di decine di migliaia. Ciò nonostante, la maggior parte di questi manoscritti sono risalenti al II secolo d.C. e la maggior parte non contiene l’intero Nuovo Testamento. Alcuni sono raccolte di libri del Nuovo Testamento, altri sono singoli libri e altri solo alcuni versetti. Il primo manoscritto da un parte contiene Giovanni 18:31-33 mentre dall’altra contiene Giovanni 18:37-38, ed è datato tra il 100 e il 150 d.C. Più recentemente sono emersi alcuni nuovi frammenti, uno dei quali è un frammento del Vangelo di Marco che è risalente al 1°secolo d.C. Ci sono anche più di 1 milione di citazioni del Nuovo Testamento da parte dei primi padri della chiesa.
Poiché non vi sono copie complete dell’intero Nuovo Testamento fino al Codice Sinaitico intorno al 350 d.C., gli studiosi del Nuovo Testamento hanno ricomposto il testo del Nuovo Testamento. In questo processo hanno usato tutti gli oltre 16.000 manoscritti disponibili. Inizialmente questo potrebbe sembrare un pò come un gioco di sussurri cinesi, “cosa ha veramente detto la persona”, ma non è affatto così a causa del gran numero di manoscritti copiati da diversi scribi ed in diverse lingue nel corso di molti secoli. In effetti, gli studiosi del Nuovo Testamento stimano che possiamo essere certi che circa il 99,5% del testo che abbiamo oggi sia originale!
Conclusione: la Bibbia è autentica
Pertanto, coloro che sostengono che la Bibbia è stata alterata non hanno realmente alcuna base per tale osservazione. La Parola di Dio è ancora oggi valida per noi. Consulta la Bibbia con fiducia, perché quello che stai leggendo è ciò che è stato scritto in origine.

 

Dove nella Bibbia posso verificare che Gesù è 100% uomo e 100% Dio?

Risposta: Se si cerca una citazione esatta, temo che la Bibbia non lo dica da nessuna parte. Perché allora i cristiani ritengono che Gesù fosse pienamente divino e pienamente umano?
Se esaminiamo con attenzione ciò che la Bibbia insegna nel suo insieme, possiamo ritenere di essere portati ad abbracciare questo punto di vista.
Per esempio, Gesù affermò: “Prima che Abraamo fosse nato, io sono” (Giovanni 8:58), riferendosi chiaramente ad Esodo 3:14.
Affermò anche di essere uno con il Padre (Giovanni 10:30-33). Ha dichiarato di essere il Cristo, o Messia (Marco 14:60-64; paragona con Daniele 7:13-14). Affermò anche che i nostri destini eterni dipendevano dalla nostra risposta a Lui (Luca 12:8-9).
Inoltre, Gesù è considerato l’eterna parola di Dio incarnata (Giovanni 1:1-3, 14).
Egli è chiamato il Creatore e il capostipite della chiesa (Colossesi 1:15-20). Questi sono solo alcuni dei passaggi che parlano della deità o divinità di Cristo.
Altri brani parlano della sua umanità. Per esempio, Gesù fu concepito e partorito da una donna (Matteo 1:18-25). Aveva quindi un corpo umano. Provò fame, sete e fatica (Matteo 4:2; Giovanni 4:6; ecc.). Soffrì e morì (Giovanni 19:34). Poteva essere udito, visto e toccato (1 Giovanni 1:1). Evidenziò le qualità emotive e intellettuali di un essere umano (vedi Matt. 26:37 e Marco 9:21).
Ancora, ci sono molti altri passaggi che descrivono l’umanità di Gesù. Quando i teologi, e studiosi cercano di mettere insieme tutto questo, concludono che la Bibbia insegna che Gesù era sia divino che umano.

La Bibbia non dice che Dio ha creato ogni cosa qualche migliaia di anni fa?

La Parola di Dio non specifica mai una precisa data di Creazione, ma la Genesi fornisce alcuni indizi sull’età della Terra. Le genealogie e la durata dei “giorni” della creazione giocano un ruolo chiave in qualsiasi valutazione biblica dell’età della Terra.
Qualcuno ha utilizzato le genealogie della Genesi come strumento per stimare la data in cui avvenne la creazione e, così facendo, ha affermato che gli eventi della creazione (compresa la nascita di Adamo ed Eva) avvennero circa 6.000 anni fa.
Tuttavia, nulla nel testo indica che queste genealogie siano complete. Infatti, importanti studiosi biblici ritengono che le genealogie siano comunemente “telescopiche”, cioè che tralascino i nomi meno importanti. Tenendo conto dell’esistenza di eventuali gaps nelle genealogie bibliche, è possibile che la nascita di Adamo ed Eva risalga a circa 100.000 anni fa.

Qualsiasi altra informazione sull’età della Terra deve essere dedotta dalla durata dei giorni della creazione. Qualsiasi altra informazione sull’età della Terra deve essere dedotta dalla durata dei giorni della creazione. La parola ebraica biblica per “giorno”, yom, ha quattro diversi significati letterali:
(1) la parte diurna di un giorno.
(2) Una parte delle ore di luce del giorno.
(3) Un normale giorno di calendario ( le attuali 24 ore)
e (4) un periodo di tempo più lungo ma circoscritto (poiché nessun’altra parola nell’ebraico biblico ha questo significato).

Sebbene diversi cristiani affermino che i giorni della creazione corrispondono ai giorni ordinari del calendario, il testo biblico, così come la nostra comprensione del carattere del Creatore – paziente, meticoloso, intenzionale, ad esempio – indicano il contrario.
Da notare che il sesto giorno Adamo si prende cura del “giardino”, dà il nome agli animali, si sottopone a un intervento chirurgico divino e conosce Eva. Questi eventi sembrano troppo significativi e minuziosi per essere svolti nell’arco di 24 ore. Inoltre, nel settimo giorno, a differenza dei primi sei, manca la frase “sera e mattina”. Infatti, il Salmo 95 e Ebrei 4 indicano che viviamo ancora nel settimo giorno.
La Bibbia non dichiara mai un’età per la Terra, ma le informazioni derivate dal testo si avvicinano maggiormente a una data molto più antica di qualche migliaio di anni.

È possibile sostenere che i sei giorni della creazione indicano periodi di tempo lunghi e che il racconto biblico della creazione si allinea strettamente con i principali eventi di trasformazione della storia della Terra.
La Bibbia non ci dà alcun motivo per dubitare della data scientifica della formazione del pianeta, circa 4,6 miliardi di anni fa. Né la Bibbia fornisce alcun motivo per contestare l’inizio dell’universo, avvenuto quasi 13,8 miliardi di anni fa.

Gli esseri umani hanno valore intrinseco morale?

Due domande fondamentali che hanno bisogno di risposte mentre esaminiamo il problema dell’aborto. Primo, “Gli esseri umani hanno valore intrinseco morale?” Secondo, “il feto che si sta sviluppando è un essere umano?” Gli esseri umani sono fine a loro stessi, o hanno un valore secondo un fine? Hanno un valore “in loro stessi” e “per  il loro proprio bene”? Sì, gli esseri umani hanno un valore intrinseco. Le persone non sono come una banconota di 10€.  La banconota è solo carta, ma la carta ha un valore estrinseco, perché ci aiuta a raggiungere un fine. John Locke, un filosofo e fisico inglese, crede che ogni persona abbia il diritto “alla vita, alla salute, alla libertà e alla proprietà”. Se un feto è un umano, quindi ha un diritto alla vita. Il dr. Henry Morgenthaler, un avvocato pro-aborto, scrive “Se ci fosse un essere umano presente dal concepimento, poi interferendo con la sua crescita o rimuovendolo dal suo sistema di supporto umano sarebbe come uccidere un essere umano”. Gli esseri umani hanno un valore intrinseco, hanno il diritto alla vita, e dovrebbero essere protetti dalla legge.

Dove ha trovato moglie Caino?

Risposta: Questa è una domanda vecchia che tutti si pongono quando iniziano a leggere la Bibbia. Ci sono alcuni problemi da superare. Un problema è che la Bibbia non menziona alcun nome di donna prima della morte di Abele. Adamo, Eva e Abele sono menzionati (Genesi 4:1-8), ma poi Caino si sposa e ha figli. Sono sicuro che Mosè fosse a conoscenza di questo dilemma quando scrisse Genesi, così la risposta è ovvia: Caino sposò sua sorella o una nipote? 
Tipicamente, la Bibbia menziona solo i personaggi principali di un episodio. Non sappiamo quanti anni avessero Caino e Abele quando lottarono, così ci fu tempo per Adamo ed Eva di procreare altri figli dopo Caino e Abele, e prima di Seth. 
Tuttavia, la risposta fa sorgere un’altra domanda: “Caino commise incesto sposando sua sorella?”. Nel libro del Levitico, l’incesto è condannato e la conseguenza era di avere delle nascite con difetti. Ci sono tre parti nella risposta:
 (1) era molto presto per avere difetti genetici; (2) la proibizione dell’incesto nel libro del Levitico fu scritta migliaia di anni dopo; e (3) dato che la razza umana iniziò con una coppia, una persona non aveva scelta, ma sposava un fratello o una sorella.

Immagina che non ci sia il cielo

“Immagina che non ci sia il cielo, è facile se ci provi… Immagina che non ci siano nazioni, non è difficile, niente per cui uccidere o per cui morire, e nessuna religione. Immagina tutte le persone vivere in pace.”
La canzone di John Lennon mi sembrava meravigliosa quando avevo lunghi capelli e indossavo pantaloni a zampa di elefante. Non so se John Lennon avesse pace quando scrisse “Imagine”, ma io come un ateo, non avevo religione e non avevo pace. La religione aveva avvelenato la vita, ma l’ateismo stava consumando la mia anima. Perché i nuovi atei definiscono la religione come il veleno della società? Perché la scienza e il materialismo sono visti come la panacea per la pace e l’armonia? Gli scienziati credono davvero di poter superare le malattie della società indottrinando tutti quanti col metodo scientifico? Nel suo libro “A caccia di Dio”, John Lennox mostra come il nuovo ateismo cerca di giustificare le atrocità di atei come Pol Pot, Stalin, e Mao. Nella ricerca di stabilire una società utopistica, l’ateismo comunista ha distrutto 94milioni di persone, delle quali 85milioni tra Russia e Cina. I cristiani sono stati picchiati, imprigionati e drogati perché non abiuravano la loro fede. Uno degli atei principali, Richard Dawkins, ha ammesso recentemente “Ho mescolato sentimenti sul declino del Cristianesimo, in quanto il Cristianesimo potrebbe essere il baluardo contro qualcosa di peggio.” Immagina quello!

Negare Dio!

Negare Dio, significa innanzitutto negare l’uomo. La storia lo ha dimostrato fin troppo bene. Per i naturalisti, i materialisti, i riduzionisti, i positivisti, per tutti coloro che ritengono non ci sia un Legislatore ultimo a cui rendere conto, che senso ha la vita morale degli individui? Se non esiste un criterio superiore di giustizia, può esistere una legge vera, giusta, che valga per tutti perché superiore, precedente all’uomo?

Senza Dio non può esistere il concetto che una cosa è sempre bene oppure è sempre male, la fede nel “nessun dio” impone di credere che ogni uomo ha il diritto di decidere lui cosa è bene e cosa è male, di costruirsi la sua morale, la sua etica. Ad esempio il concetto di razzismo ed eugenetica sono nati a causa di una visione atea e determinista della realtà umana: «Il rifiuto di vedere l’uomo creato a immagine di Dio, fu in buona parte alla base del pensiero determinista e razzista del XIX secolo», ha scritto lo storico Lèon Poliakov. 

Il Cristianesimo è sorto tra persone ignoranti e senza cultura

In effetti, quelle persone antiche e ignorante hanno creduto nella nascita verginale di Cristo perché non avevano conoscenza di come nascevano i bambini. La nascita verginale di Cristo era profonda e di estrema importanza per gli antichi proprio perché hanno capito che il concepimento è impossibile senza il rapporto sessuale. L’uomo antico considerava la nascita da una vergine miracolosa, vale a dire, impossibile senza l’azione divina (e al momento la maggior parte delle persone disprezzava l’idea), e lo stesso si può dire per ogni storia miracolosa nelle Scritture. Infatti nell’antichità non avevano il telescopio, ma erano in grado di vedere il cielo notturno pieno di stelle, qualcosa che nessuna persona moderna può pretendere o affermare (grazie all’illuminazione moderna che distorce la nostra capacità di vedere il cielo stellato notturno). Il popolo antico ha vissuto molto più vicino alla natura e alla realtà della vita e della morte di molti noi moderni. In termini di un rapporto vivo con queste cose gli antichi erano molto più avanzati di noi oggi, e questo rapporto era essenzialmente di natura religiosa. Se le persone oggi non hanno la considerazione religiosa, forse perché spendono più tempo con i loro cellulare e computer che con la natura. Ma l’affermazione che il cristianesimo era praticabile nel mondo antico perché c’era una diffusa ignoranza è un’idea profondamente incompetente. Il cristianesimo è sorto in una delle civiltà più avanzata nella storia umana. L’impero romano non era noto per la sua stupidità. Ѐ stato l’epicentro di innovazione e di giganti filosofici. Se una persona comune di oggi si trovasse in un dibattito filosofico con una persona comune del secolo di Alessandria, si troverebbe completamente umiliato.

L'Evoluzione ha risposto alla domanda da dove veniamo?

L’evoluzione ha risposto alla domanda da dove veniamo, perché non vi è più alcuna necessità di antichi miti ignoranti. Questo potrebbe essere l’argomento più valido nel tentativo di atterrare la fede religione. Si trova in molte varianti, ma il concetto è abbastanza consistente ed è più o meno così: La scienza ci ha portato a un punto in cui non abbiamo più bisogno della mitologia per capire il mondo, e tutte le domande che rimangono alla fine saranno una risposta attraverso le future scoperte scientifiche.
Questa critica si denota più frequentemente nei dibatti tra evoluzione e creazionismo. La cosa frustrante che di solito capita in simili dibattiti e che entrambi le parti utilizzano varie grandi quantità di supposizioni per guadagnare punti piuttosto che ottenere la verità.
L’evoluzionista non ha alcuna valida argomentazione sull’esistenza di Dio, e il creazionista di solito soffre di profonda confusione nella comprensione dei primi capitoli della Genesi.
La scienza è fantastica se si vuole sapere che tipo di filo è compatibile con una carica elettrica di 20 Ampere, o come funziona l’agricoltura, o quali sono le cause della malattia e come curarla, e un milione di altre cose. Ma dove le scienze fisiche mancano completamente sono in quelle questioni più importanti per gli esseri umani, le questioni veramente esistenziali: che cosa significa essere umani, perché siamo qui, cosa è prezioso, cosa vuol dire amare, odiare, cosa fare con il senso di colpa, il dolore, la sofferenza, che cosa significa avere successo, se vi è alcun significato, che cosa vuol dire significato, e naturalmente c’è un Dio? Ecc.
Per quanto riguarda da dove veniamo, l’evoluzione ha appena scalfito la superficie puramente scientifica della questione. Anche se l’intero progetto di evoluzione come un resoconto della nostra storia è stata senza seria obiezione, ancora non risponderebbe al problema dell’origine della vita, dal momento che l’opzione della selezione naturale come spiegazione non è adatta quando consideriamo come la morte o la materia inorganica diventa organica. Ancora più complessa è la questione della materia, e dove arriva la materia. Il ‘Big Bang’ non è una risposta alle origini, ma piuttosto una descrizione dell’evento da cui tutto è venuto in essere; cioè, è la descrizione di una pistola fumante, non del tiratore.

Cosa ci induce ad essere morali?

Risposta: Cosa faresti se trovassi un anello che potrebbe renderti invisibile? Gige trovò l’anello e tolse tutti i vincoli. Uccise un re, sedusse la moglie del re e si stabilì nel palazzo. Il punto di Platone in questa storia fittizia è che non ci sono vincoli esterni, Gige poteva vivere una vita immorale senza problemi. La verità è che molti di noi hanno ragioni per essere morali. Molte volte, non vogliamo essere trovati immorali, perché le persone potrebbero non rispettarci più. Cosa ci induce ad essere morali? Molte persone chiedono, “Facciamo la cosa giusta perchè siamo morali, o agiamo moralmente per il timore di non essere rispettati?” Davanti al Signore “Obbedisci per amore della giustizia, o per paura di essere scoperto?” Immanuel Kant, filosofo tedesco, insegnò che si è morali solo per il senso del dovere. Tuttavia, Gesù spiega che il peccato è insito nel nostro cuore. Uno potrebbe astenersi da una manifestazione esterna, ma la mente può compiere atti peccaminosi. Davide gridò, “Oh Dio, crea in me un cuore puro e rinnova dentro di me uno spirito ben saldo” (Sl. 51:10).  Prega ora per un cuore puro.

Un ateo che crede che Dio non sia morto?

Michael Onfray, filosofo, edonista e ateo crede che Dio non sia morto. È strano per un ateo ammettere questo. Tuttavia, Onfray crede che Dio non sia morto perché “Una fiction non muore, un’illusione non passa mai, una fiaba non rifiuta se stessa… Non puoi uccidere una brezza, un vento, una fragranza: non puoi uccidere un sogno o un’ambizione… Infatti è più facile che l’illusione uccida noi – per Dio mettere a morte ogni cosa che è contro di lui, iniziando con la ragione, l’intelligenza e la mente critica. Tutto il resto segue una reazione a catena”. Il filosofo, Julian Baggini scrisse: “Le condizioni di un credo ateo e di uno religioso sono abbastanza differenti. Solo il credo religioso richiede fede perché solo il credo religioso postula l’esistenza di entità che non hanno buona evidenza di credere che esistano”. L’affermazione esplicita è che i cristiani credano in Dio senza evidenza. Come rispondereste a Onfray e Baggini? Quale evidenza dareste per dimostrare l’esistenza di Dio? Dio mette a morte tutto ciò che sta contro di Lui, incluso ragione, intelligenza e mente critica? Tristemente, ci sono cristiani che credono che la ragione, l’intelligenza e il pensiero critico non appartengano alla chiesa. La fede è nemica della ragione? Guardiamo con fede e ragione nelle settimane a venire.

Dio esiste?

Risposta: Dio esiste? Trovo interessante che si dia così tanta attenzione a questo dibattito. Le ultime statistiche ci dicono che più del 90% della popolazione mondiale di oggi crede nell’esistenza di Dio o di qualche potenza superiore. Eppure, in qualche modo la… Leggi tutto.

Chi è Gesù?

Risposta: Chi è Gesù Cristo? Diversamente dalla domanda “Dio esiste?”, pochissime persone hanno messo in dubbio che Gesù Cristo sia esistito. Viene generalmente accettato che Gesù fu davvero un uomo che camminò su questa terra in Israele quasi 2000 anni… Leggi tutto.

Diventare un Cristiano!

La storia della salvezza è la storia di un Dio giusto e amorevole che ha chiamato le creature ribelli e perdute a ritornare a Se stesso. Dio ha scritto questo racconto grandioso e glorioso della sua bontà e della sua grazia ancor prima dell’inizio dei secoli. Perciò ti invitiamo a esplorare ulteriormente questa storia. Nel principio, Dio creò questo mondo buono e pacifico offrendoci l’opportunità di comunione ininterrotta con Se stesso – per la Sua gloria. Tuttavia, come Genesi 3 ci dice, le cose sono andate male. Attraverso la disobbedienza di un solo uomo, siamo caduti da questo felice stato di comunione. Il peccato è entrato nei nostri cuori, e il mondo è diventato contorto e fratturato. L’armonia e la pace che la creazione di una volta ha goduto furono state danneggiate dal peccato e frantumate in rovina.
Da quel momento, Dio ha pazientemente ed intenzionalmente continuato la storia della sua redenzione. Dio mandò il suo unico Figlio, Gesù, in mezzo a noi, a vivere una vita perfetta, senza peccato e offrì se stesso in sacrificio per i nostri peccati sulla croce. Gesù subì l’ira di Dio in nome del peccato. È stato un momento buio e orrendo della sofferenza e della morte, ma la pace, la bellezza e la speranza esplosero quanto Cristo risorse tre giorni dopo la sua morte dal sepolcro. Ciò che era rotto, Dio lo restaurò mediante l’opera di suo Figlio. Per mezzo di Cristo, ci viene offerto la restaurazione e la riconciliazione con Suo Padre. Dio si prende ciò che è rotto e lo rende nuovo. Egli invita i Suoi figli in relazione con se stesso e nella novità di vita disponibile in Cristo. Ciò che Dio inizia, lo porterà a compimento, e preghiamo che anche tu possa essere parte intrecciante di questa narrazione. Se senti che Cristo ti invita in questa storia – di rapporto e di restaurato con Lui – rivolgiti a Lui in pentimento. Metti la tua fiducia in Lui e nella sua opera che ha compiuto sulla croce per redimere e salvare te.

L’esistenza della scienza prova che siamo figli di una logica, non del caos.

Molto interessante la recente riflessione del celebre fisico italiano Antonino Zichichi. A lungo diversi esponenti del mondo anticlericale hanno messo in dubbio la sua autorità scientifica avendo più volte affermato di credere in Dio grazie alla scienza. Tuttavia, ancora oggi, Zichichi risulta avere un H-index (indice di impatto sul mondo scientifico) pari a 62, come Stephen Hawking (62) e ben superiore, ad esempio, a Carlo Rovelli (52) e al premio Nobel Sheldon Lee Glashow (52). «Le scoperte scientifiche sono la prova che non siamo figli del caos, ma di una logica rigorosa. Se c’è una Logica ci deve essere un Autore»ha scritto Zichichi, professore emerito di Fisica all’Università di Bologna, vincitore del Premio Fermi ed ex presidente dell’European Physical Society (EPS) e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare
Il fisico ha smentito che la scienza possa mai spiegare o riprodurre i miracoli, il che sarebbe equivalente a «illudersi di potere scoprire l’esistenza scientifica di Dio». E ciò è impossibile, poiché «se fosse la Scienza a scoprirlo, Dio non potrebbe essere fatto che di Scienza e basta. Se fosse la Matematica ad arrivare al “Teorema di Dio”, il Creatore del Mondo non potrebbe che essere fatto di Matematica e basta. Sarebbe poca cosa. Noi credenti vogliamo che Dio sia tutto: non soltanto una parte del tutto». Ovvero, se Dio si potesse indagare tramite la scienza (la famosa “prova scientifica” chiesta dagli antiteisti) non sarebbe più il Creatore, ma una semplice creatura.
Zichichi da sempre descrive due realtà dell’esistenza, quella trascendentale e quella immanentistica. La seconda, dice, è studiata dalle scoperte scientifiche, mentre la prima è di competenza della teologia. «È un errore pretendere che la sfera trascendentale debba essere come quella che noi studiamo nei nostri laboratori. Se le due logiche fossero identiche non potrebbero esistere i miracoli, ma solo, e soltanto, le scoperte scientifiche. Se così fosse le due sfere dell’Immanente e del Trascendente sarebbero la stessa cosa. È quello che pretendono coloro che negano l’esistenza del Trascendente, come fa la cultura atea. Non è un dettaglio da poco. I miracoli sono la prova che la nostra esistenza non si esaurisce nell’Immanente. Ma c’è di più». Ma lo stesso Autore di ciò che la scienza scopre, ha proseguito l’eminente scienziato italiano, «è un’intelligenza di gran lunga superiore alla nostra. Ecco perché le grandi scoperte sono tutte venute, non migliorando i calcoli e le misure ma dal “totalmente inatteso“. Il più grande dei miracoli, amava dire Eugene Wigner (gigante della Scienza), è che esiste la Scienza».

Le parole di Zichichi si rifanno chiaramente alle riflessioni di Albert Einstein, il quale a sua volta scriveva«Trovi sorprendente che io pensi alla comprensibilità del mondo come a un miracolo o a un eterno mistero? A priori, tutto sommato, ci si potrebbe aspettare un mondo caotico del tutto inafferrabile da parte del pensiero. Al contrario, il tipo d’ordine che, per esempio, è stato creato dalla teoria della gravitazione di Newton è di carattere completamente diverso: anche se gli assiomi della teoria sono posti dall’uomo, il successo di una tale impresa presuppone un alto grado d’ordine nel mondo oggettivo, che non era affatto giustificato prevedere a priori. È qui che compare il sentimento del “miracoloso”, che cresce sempre più con lo sviluppo della nostra conoscenza. E qui sta il punto debole dei positivisti e degli atei di professione, che si sentono paghi per la coscienza di avere con successo non solo liberato il mondo da Dio, ma persino di averlo privato dei miracoli» (A. Einstein, “Lettera a Maurice Solovine”, GauthierVillars, Parigi 1956 p.102). Anche l’unico premio Nobel vivente italiano, il fisico Carlo Rubbia, si è lasciato interrogare dal “perché” la scienza possa essere così efficace: «Se contiamo le galassie del mondo o dimostriamo l’esistenza delle particelle elementari, in modo analogo probabilmente non possiamo avere prove di Dio. Ma, come ricercatore, sono profondamente colpito dall’ordine e dalla bellezza che trovo nel cosmo, così come all’interno delle cose materiali. E come un osservatore della natura, non posso fare a meno di pensare che esiste un ordine superiore. L’idea che tutto questo è il risultato del caso o della pura diversità statistica, per me è completamente inaccettabile. C’è un’Intelligenza ad un livello superiore, oltre all’esistenza dell’universo stesso» (C. Rubbia, Neue Zürcher Zeitung, märz 1993).

Antonino Zichichi
(28 febbraio 2017)

Scienza & Cristianesimo

“Il cristianesimo è del tutto irrazionale e non è verificabile. Perché dovrei crederci senza avere prove?”
Richard Dawkins è un docente di fama mondiale all’Università di Oxford e un difensore appassionato della teoria dell’evoluzione. È anche un ateo impegnato che una volta ha scritto una lettera alla sua figlia di 10 anni dal titolo, “Motivi buoni e cattivi per credere”. Lui le spiega che la prossima volta che qualcuno le dice qualcosa che suona importante di provare a pensare: ‘È questo il genere di cose che la gente probabilmente conosce grazie alle prove. O è il genere di cose che la gente crede solo a causa della tradizione, autorità o rivelazione?’ E la prossima volta che qualcuno le dice che qualcosa è vero, perché non dire loro: Che tipo di prove ci sono per questo? E se non hanno una risposta è meglio pensare attentamente prima di credere a quello che dicono.
Dawkins ritiene che se non si può dimostrare qualcosa in un laboratorio o dare qualche tipo di prova logica al cristianesimo, allora non si può essere sicuri di questo credo. Per Dawkins l’unica buona ragione per credere che qualcosa è se si dispone di questo tipo stretto e molto specifico di prova per esso. Nel suo libro “Il cappellano del Diavolo”, Dawkins passa la maggior parte del suo tempo a guardare tre cattive ragioni per credere che sono le seguenti: tradizione, credi che non hanno alcun collegamento con l’evidenza, e l’autorità; ci viene detto di credere, da qualcuno importante, e la rivelazione, un sentimento (che hanno i religiosi) dentro di sé che qualcosa deve essere vero. Dawkins suggerisce che molte persone credono che il cristianesimo sia vero sulla base di questi tre credenze irrazionali (la tradizione, l’autorità, la rivelazione) piuttosto che su un qualsiasi fatto.

Quindi, come può una persona riflessiva credere nel cristianesimo, dal momento che è base è così irrazionale?
In primo luogo, la vera fede cristiana non solo è costruita sulla tradizione, l’autorità e la rivelazione. Richard Dawkins tende a travisare ciò che i cristiani credono davvero e questo rende più facile per lui distruggere il loro parere. Dawkins travisa la rivelazione. La rivelazione cristiana non è una soggettiva né di una esperienza o di sentimento personale. La rivelazione è in realtà l’idea che Dio, che è al di sopra della cultura e la lingua, abbia scelto di divulgare o rivelare se stesso. Se Dio è lì, non è irragionevole ritenere che possa comunicare in modo chiaro quando vuole.
La divulgazione o la rivelazione cristiana non sono solo sentimenti, sono in primo luogo oggettivo. Ad esempio, l’universo presenta alcune creazioni geniali di Dio, la persona storica di Gesù di Nazareth e documenti storici nella Bibbia. Tuttavia è vero che vi è una componente soggettiva alla fede cristiana. Così come c’è una differenza tra il dire la verità e credere alla verità. Chi crede ha spesso un senso soggettivo che quello che accettano intellettualmente è proprio vero. Quindi, Dawkins sostiene che la rivelazione è puramente soggettiva non è tutta la verità.

I cristiani credono davvero che il cristianesimo sia vero, e ci sono buone ragioni per questa affermazione, e incoraggiano chiunque ad esaminare e verificare. I cristiani non credono che il cristianesimo sia vero solo perché hanno avuto qualche tipo di esperienza o di sentimento straordinario. L’invito è aperto anche a te, a esaminare le prove, e il modo migliore per farlo è quello di indagare su Gesù di Nazareth.
Quando sei sicuro che i documenti siano affidabili, allora abbiamo bisogno di affrontare questa domanda: se Gesù veramente ha fatto e ha detto tutte quelle cose incredibili, tra cui la guarigione di non vedenti dalla nascita, conoscendo il futuro e resuscitare persone dalla morte, poi risorgendo dalla morte lui stesso, è possibile che egli fosse semplicemente un uomo?
© Adrian Jervis

La verità si conosce non solo con la ragione, ma anche con il cuore

da Pensieri, 479 e 482  di Blaise Pascal
In questo famoso brano dei suoi “Pensieri” Pascal ridimensiona il ruolo della ragione come unica facoltà conoscitiva, aggiungendo un’altra facoltà, il cuore, con cui “conosciamo i principi primi”. Egli afferma che la ragione deve fondarsi sulla conoscenza che derivi dal cuore e dall’istinto, capito però quest’ultimo come intuizione intellettuale. Inoltre, l’autore riconosce la religione cristiana come l’unica che attinga veramente alla ragione.
479. Noi conosciamo la verità, non solamente con la ragione, ma anche con il cuore; è in quest’ultimo modo che noi conosciamo i primi principi ed è invano che il ragionamento, che non vi ha parte, cerca di impugnarli. I pirroniani, che non mirano ad altro, vi si adoperano inutilmente, Sappiamo di non sognare: quale che sia l’incapacità nostra di provarlo con la ragione; questa incapacità dimostra solo la debolezza della nostra ragione, ma non l’incertezza di tutte le nostre conoscenze, come essi pretendono. Perché la conoscenza dei primi principi, come l’esistenza dello spazio, del tempo, del movimento, dei numeri è altrettanto salda che qualsiasi di quelle che i nostri ragionamenti ci procurano. Ed è su questa conoscenza del cuore e dell’istinto che la ragione deve fondarsi, e fondarvi ogni suo discorso. Il cuore sente che vi sono tre dimensioni nello spazio, e che i numeri sono infiniti; e la ragione dimostra poi che non vi sono due numeri quadrati l’uno dei quali sia il doppio dell’altro. I principi si sentono, le proposizioni si dimostrano, e il tutto con certezza, sebbene per vie diverse. Ed è altrettanto inutile o altrettanto ridicolo che la ragione chieda al cuore prove dei suoi principi, per volervi dare il proprio consenso, quanto sarebbe ridicolo che il cuore chiedesse alla ragione un sentimento di tutte le proposizioni che essa dimostra, per volerle accettare. Questa impotenza non deve, dunque, servire che a umiliare la ragione, che vorrebbe giudicare tutto, ma non a impugnare la nostra certezza, come se vi fosse solo la ragione capace di istruirci. Piacesse a Dio che, all’opposto, noi non ne avessimo mai bisogno e che e che conoscessimo tutte le cose per istinto e per sentimento! Ma la natura ci ha rifiutato questo bene; all’opposto, essa ci ha dato solo pochissime conoscenze di tal fatta; tutte le altre non possono essere acquisite che per ragionamento. Ed è per questo che quelli a cui Dio ha dato la religione per sentimento del cuore, sono ben fortunati e ben legittimamente persuasi. Ma a quelli che non l’hanno, noi non possiamo darla che per mezzo del ragionamento, nell’attesa che Dio gliela doni per sentimento del cuore, senza di che la fede è solamente umana e inutile per la salvezza.
482. Vi sono tre mezzi per credere: la ragione, l’abitudine, l’ispirazione. La religione cristiana, la sola che abbia la ragione, non riconosce come suoi veri figli quelli che credono senza ispirazione; non è che essa escluda la ragione e l’abitudine, al contrario; ma bisogna aprire al propria mente alle prove, confermarsi in esse con l’abitudine, ma offrirsi con atti di umiltà alle ispirazioni, che sole possono produrre il vero e salutare effetto: Ne evacuetur crux Christi.


Da Pensieri, opuscoli, lettere, a cura di A. Bausola, tr. it. di A. Bausola e R. Tapella, Rusconi, Milano 19974Pensieri, nn. 479 e 482, pp. 585-590.

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