Sono un professore di scienza nucleare e l’ingegneria al MIT, e oggi, io celebro la risurrezione di Gesù. Così come decine di miei colleghi. Come può essere?

Ipotesi uno: Non stiamo parlando di una risurrezione letterale. Forse è solo un mito ispiratore che serviva a giustificare la propagazione degli insegnamenti eticamente elevati di Gesù. Una resurrezione letterale contraddice le leggi della natura. Forse gli scienziati possono celebrare l’idea dello spirito di Gesù vivente in poi, mentre il suo corpo è rimasto nella tomba.

Ma i primi discepoli indicavano una risurrezione fisica. Come potrebbe una falsità logica sostenere un’alta considerazione morale? Come poteva sostenere gli apostoli attraverso gli estremi della persecuzione che hanno vissuto mentre fondavano il cristianesimo? E celebrare un mito coerente con l’integrità scientifica?

Ipotesi due: Crediamo veramente nella risurrezione corporea dell’ebreo del primo secolo noto come Gesù di Nazareth. I miei colleghi cristiani del MIT – come milioni di altri scienziati in tutto il mondo – in qualche modo pensano che un miracolo letterale come la risurrezione di Gesù sia possibile, e seguono una lunga tradizione. I fondatori della rivoluzione scientifica e molti dei più grandi scienziati dei secoli successivi erano grandi fedeli cristiani. Per Robert Boyle (co-fondatore nel 1660 della “Royal Society” e sostenitore della legge dei gas ideali), la risurrezione era un fatto. Per James Clerk Maxwell (le cui equazioni di Maxwell del 1862 disciplinano l’elettromagnetismo) una profonda analisi filosofica ha posto le basi per una sua fede nella resurrezione. E per William Phillips (premio Nobel nel 1997 per i metodi d’intrappolare gli atomi con la luce laser) la risurrezione non viene screditata dalla scienza.

Per spiegare come uno scienziato può essere un cristiano è in realtà abbastanza semplice. La scienza non può  confutare la risurrezione. La scienza naturale descrive il funzionamento della riproduzione come normale del mondo della natura. In effetti, il significato fondamentale di “natura”, come Boyle ha sottolineato, è “il normale corso degli eventi.” Miracoli come la resurrezione sono intrinsecamente anormali. Non ci vuole la scienza moderna per dirci che gli esseri umani non risuscitano dai morti. La gente lo sapeva perfettamente nel primo secolo; proprio come sapevano che il cieco dalla nascita non riacquista la vista da adulto, o che l’acqua non si trasforma istantaneamente in vino.

Forse la scienza ha reso il mondo sembra più comprensibile, sebbene per certi aspetti sembra più meraviglioso e misterioso. Forse la superstizione era più diffusa nel primo secolo di quanto non lo sia oggi – anche se i sogni di appassionati di sport di oggi e il diffuso interesse nelle pagine di astrologia a volte mi pongono delle domande. Forse la gente era più aperta alla possibilità dei miracoli di quanto non lo sia oggi. Tuttavia, il fatto che la risurrezione era impossibile nel normale corso degli eventi era evidente nel primo secolo come lo è per noi. Infatti è per questo che è stato visto come una grande dimostrazione della potenza di Dio.

A dire il vero, mentre la scienza non può escludere logicamente miracoli, può essere comunque un utile strumento per indagare affermazioni miracolose contemporanee. Può essere in grado di rivelare sotterfugi, inganni, o errate percezione. Come se qualcuno è stato visto levitare su un presunto tappeto volante in salotto, per poi scoprire la presenza di elettromagneti potenti nella loro cantina, tali pretese potrebbero non essere più plausibili. Ma se la scienza non riesce a trovare prove inconfutabili, non è neanche in grado di dire nè in uno modo nè in un altro se è successo un evento inspiegabile e di dimostrare che sia miracoloso. Le funzioni della scienza sono riproducibili con esperimenti e osservazioni. Miracoli sono, per definizione, anormali e non riproducibili, quindi non possono essere provati con i metodi della scienza.

La diffusa visione materialista di oggi che gli eventi contrari alle leggi della scienza semplicemente non possono accadere, è una dottrina metafisica, non è un fatto scientifico. Quello che c’è di più è che la dottrina delle leggi della natura sono “inviolabili”, e non sono necessarie per la scienza di funzionare. La scienza offre spiegazioni naturali di eventi naturali. Essa non ha alcun potere o necessità di affermare che solo gli eventi naturali accadono.

Quindi, se la scienza non è in grado di giudicare se la risurrezione di Gesù sia avvenuta oppure no, siamo in grado di valutare la plausibilità della domanda? No.
Contrariamente all’incremento dell’opinione popolare, la scienza non è il nostro unico mezzo per accedere alla verità. Nel caso della risurrezione di Gesù, dobbiamo considerare le prove storiche, e la prova storica per la risurrezione è buona come per quasi ogni caso di storia antica. Il carattere straordinario dell’evento, e il suo significato, offrono un contesto unico, e la storia antica è necessariamente difficile da stabilire. Ma è una presunzione credere che la scienza abbia dimostrato che la risurrezione sia una cosa impossibile. La scienza non dimostra nulla di simile.

Ipotesi 3:  Da piccolo mi hanno fatto il lavaggio del cervello. Se avete letto fino a questo punto e vi state ancora chiedendo come un professore del MIT possa seriamente credere nella resurrezione, si può immaginare che da piccolo mi hanno convinto a crederci. Invece non è così, non sono cresciuto in una casa dove mi è stato insegnato a credere nella resurrezione. Sono venuto in contatto con la fede in Gesù, quando ero uno studente all’Università di Cambridge e sono stato battezzato nella cappella del Kings College il giorno del  mio 20° compleanno. La vita, la morte e la resurrezione di Gesù Cristo sono convincenti per me ora come allora.